Fatalità 13 Maggio 2005
Una cosa che diceva Paolini ieri sera.
Ieri sera Paolini diceva che spesso i migliori maestri sono quelli che non hanno mica intenzione di insegnare niente a nessuno. Che a volte succede di incontrare persone, magari anche solo di incrociarle per un attimo, che ti insegnano cose anche senza saperlo, con una parola o un gesto o quel che vi pare. Che a pensarci bene forse sì, è una gran banalità . Però mi piace, mi piace l’idea dei maestri sconosciuti che sfiori per un attimo e poi vanno per la loro strada, e non sanno nemmeno di averti insegnato qualcosa, e se lo sapessero magari non gli importerebbe neppure. E spostando leggermente il tiro, mi piace l’idea che alla fine noi siamo anche un po’ la somma delle persone che incontriamo e che ci lasciano qualcosa. Qualcosa che poi facciamo nostro, ma che nel nostro cuore avrà sempre la sua brava etichettina con il nome di quella persona. Mi piace sapere che c’è un’etichettina con su scritto “chica” nel cuore di qualcuno.
E’ più di una crepa
più di una bugia
più di una notte insonne
più di una malattia
in uno sbaglio solo
gli errori tutti della vita
e il prezzo è in banconota
di nostalgia infinita.